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Il metodo Voice Dialogue: cos’è e perché funziona. Le testimonianze dei Temporary Manager.

Aggiornamento: 23 feb 2023



Tutto parte da una grande voglia di divulgare un metodo, appena sperimentato in un percorso di crescita personale, in un ambito manageriale, quale l’associazione, che da poco aveva attivato un processo di analisi sulle missioni fallite, per complessità di relazioni con l’imprenditore. L’incontro con la docente Roberta Giorgetti Dall’Aglio, abituata a lavorare con professionisti e nelle aziende, ci ha permesso di contestualizzare il metodo e le tecniche del Voice Dialogue. L’obiettivo prefissato è stato quello di supportare le modalità relazionali dei Temporary, nei confronti dell’imprenditore e dei manager di primo livello.

Di seguito approfondiremo quindi il percorso svolto nell’ambito del Progetto “Empowerment del temporary management” con una parte di descrizione dei contenuti e delle tecniche e una seconda parte con le testimonianze dirette di alcuni partecipanti al corso.

Parte I: il Percorso

I comportamenti interpersonali rappresentano l’obiettivo didattico di maggior complessità nell’ambito degli interventi formativi. Ciò deriva dalla scarsa prescrivibilità dei modelli efficaci di comportamento, estremamente legati alla situazione e influenzati dalle pulsioni emozionali.

Per essere efficaci ci sono richiesti un’abilità di immediata lettura del contesto e un dialogo interiore molto consapevole.

Tutto ciò è particolarmente vero quando ci riferiamo al ruolo del Temporary Manager, per il quale la relazione con l’imprenditore è sempre al centro del successo o meno della missione: ovvero l’imprenditore è parte attiva del processo e il suo supporto può determinarne o meno il risultato.

Quindi perché il Voice Dialogue e le tecniche di counseling sono state apprezzate da un’aula già esperta in formazione sulle soft skills, avendo partecipato a vari corsi di comunicazione e competenze trasversali?

L’aula ha potuto sperimentare come le abilità di counseling permettano a tutti di diventare un po’ psicologi rapidamente: il Voice Dialogue, pur avendo solide radici scientifiche di matrice Junghiana, consente, in poco tempo, di comprendere i principi base del metodo e di utilizzare le tecniche su se stessi e nelle proprie relazioni già dopo il primo incontro. Tali abilità possono rappresentare strumenti da aggiungere alla propria cassetta degli attrezzi da utilizzare nelle diverse fasi della missione, per trovare soluzioni a problemi individuali e/o di gruppo, con risposte più adeguate alle sfide in essere.

Il gruppo si è sperimentato con esercizi, role playing e demo in cui i partecipanti sono stati direttamente coinvolti e hanno messo proficuamente a fattor comune le proprie esperienze. Inoltre, la presenza in aula di tre assistenti, oltre la docente, ha permesso una supervisione mirata finalizzata alla comprensione delle tecniche attraverso un feedback professionale.

Il percorso, oltre alle giornate d’aula, ha previsto anche un incontro individuale tra il primo seminario e il follow up, utile a comprendere più in profondità il metodo del Voice Dialogue. Proprio la sessione individuale, che inizialmente è stata accolta con un po’ di scetticismo, come un ulteriore impegno personale da aggiungersi ad agende già molto ricche, si è rivelata un momento utile a livello professionale perché ha permesso una personalizzazione e contestualizzazione del proprio percorso, e una maggior comprensione del metodo: essere facilitati permette di comprendere la potenza del metodo e di vedere l’applicazione diretta delle tecniche su se stessi.

L’iniziativa ha riscosso la piena approvazione dell’aula al punto che il “gruppo pilota”, come si è autodefinito, ha intrapreso un “Percorso Advance” per l’anno 2019.

A cura di Claudia Poli e Roberta Giorgetti Dall’Aglio

Parte II: la voce diretta di alcuni partecipanti:

“Ho aderito al progetto dopo “l’assaggio” che Roberta ci aveva dato un sabato della primavera scorsa e mi ha spinto la curiosità verso la metodologia proposta che mi ha convinto che avevo bisogno di vedere il mondo con occhi diversi dai miei soliti e che ci sono tanti aspetti nel modo in cui noi interagiamo con gli altri di cui non ci accorgiamo nemmeno. Mi sono portata a casa la tranquillità che può dare un’esperienza che ti mette a disposizione nuovi strumenti per capire e farsi capire calandosi addosso cappelli diversi dal proprio e mi ha aiutata ad acquisire una nuova commessa che non credo avrei ottenuto senza questa metodologia. Lo consiglierei a tutti quelli che fanno il nostro lavoro come Temporary dove è essenziale mettersi nei panni dell’imprenditore per capire come ragiona.” – Laura Robotti

“Mi ha spinto partecipare, anche se non avevo partecipato all’assaggio, la volontà di approfondire le mie conoscenze sulle soft skills e più in generale sul tema della comunicazione. Mi sono portato a casa la conoscenza con professionisti competenti e preparati, la conoscenza (seppure superficiale) di un metodo interessante e un modo per mettersi a confronto su temi interessanti e sfidanti come la comunicazione con l’imprenditore. Penso che la cosa più utile sia sempre la possibilità di arricchire la propria esperienza professionale e di vita con aspetti nuovi e diversi. Lo consiglierei a tutti quelli che hanno un minimo di background di conoscenze di concetti come “intelligenza emotiva”, “comunicazione”, “ascolto attivo”, perché i temi trattati non sono adatti a chi non abbia una certa predisposizione di fondo o una certa cultura di base in tale senso.” – Ivan Vasumini

“Alla fine del mio ultimo progetto mi sono preso un momento di riflessione sulla mia carriera di TM per comprendere quali sono i fattori di successo o di insuccesso nel nostro lavoro. Ovviamente la mia competenza manageriale era importante ma i momenti decisivi per i progetti ruotavano attorno all’intelligenza emotiva e alla comprensione delle relazioni umane. Ho aderito al progetto per migliorare le mie competenze trasversali e confrontarmi con altri TM. Il Voce Dialogue mi ha aiutato a capire me stesso e a controllare le mie reazioni automatiche che non sono sempre costruttive. lo strumento può anche essere usato per aumentare la comprensione degli altri e diventare più empatico. Chiunque investe nello sviluppo di competenze complesse legate alla sua specializzazione, dovrebbe considerare un corso di “soft skill” come un investimento alternativo.” – Jonathan Selby

“Sempre più ho maturato la consapevolezza sulla necessità di migliorare la comunicazione sia a livello professionale sia personale. Capire chi è l’interlocutore, cosa si aspetta, i suoi tratti dominanti, le sue caratteristiche, sono gli elementi fondamentali per intraprendere un ascolto attivo e una comunicazione efficace. Ho partecipato alla prima sessione di assaggio e gli argomenti e il percorso proposto mi sono sembrati calzanti e interessanti da approfondire. Non di meno la qualità della docente nell’illustrare i metodi supportati da esempi e giochi di ruolo tra i partecipanti ha reso l’esperienza entusiasmante, nel modo che per caratteristiche personali prediligo, imparare facendo. Ho riscontrato un miglioramento effettivo nelle relazioni professionali e nella capacità di guidare le persone verso piani di confronto più alti e inaspettati per l’interlocutore o per gruppi di persone disomogenee, rispettando le loro caratteristiche e affrontando le loro debolezze. Specificatamente mi ha permesso di concretizzare una nuova esperienza professionale maturata e sfociata in una posizione di assoluto rilievo societario globale, abbastanza distante dalle prime ricerche e interessi della proprietà. Non ci sono state parti del percorso meno utili essendo state progettate in un contesto complessivo e complementare tra di loro. Questo percorso lo consiglierei a tutti, per una crescita personale. Non è un metodo specifico per il solo ambiente di lavoro. La ritengo una formazione necessaria a chi è o vuole diventare un manager completo, efficace ed efficiente. La sufficienza nel ricoprire ruoli manageriali la si trova anche sulle vere attitudini personali espresse, nello studio e nella preparazione tecnica di settore.” Cristiano Berti

“Ho deciso di partecipare dopo avere letto libri sull’argomento e trovando di non essere sufficientemente preparato. Mi sono reso conto ancor più della necessità di approfondire l’argomento e l’importanza sia in ambito lavorativo sia nella vita privata; in sostanza rende più facile e ‘fluida’ la relazione con gli altri. Ho cercato di applicare da subito quanto appreso, soprattutto in ambito lavorativo, con buoni risultati. Lo consiglierei a chiunque, ma in particolare modo a chi deve relazionarsi con un numero elevato di persone, deve capirle, motivarle e guidarle.” – Simone Patella

“Non avevo partecipato alla presentazione. Ritengo che le soft skills siano fondamentali per il nostro lavoro ma l’approccio per il loro sviluppo è molto personale: uno deve sentirsi dentro che c’è del vero. Pertanto ero incuriosito. Ho contatto Roberta, con cui c’è stata subito empatia. Mi ha fatto intravedere la possibilità di fare un percorso di apprendimento che parte dalla conoscenza di se stessi per arrivare a cogliere l’approccio dell’altro, con la pancia ancora prima che con la testa. L’esperienza è stata molto stimolante, l’interazione con i colleghi è stata vivace, il metodo di insegnamento di Roberta è stato molto efficace. La mappatura dei sé, l’identificazione degli aspetti dominanti, la capacità di accettare quelli rinnegati, la comprensione delle regole e dei valori che esse sotto-intendono aiutano a uscire dai nostri schemi mentali. Durante il corso abbiamo toccato con mano, tramite tecniche di role playing, come un diverso approccio possa favorire il cambiamento anche del proprio interlocutore (sia imprenditore, capo o collaboratore), creando sintonizzazione reciproca. Si tratta di tecniche che richiedono allenamento; utilissimo è stato l’incontro di coaching, a distanza di qualche tempo. Lo consiglierei a tutti quei manager che percepiscono il limite di un approccio alla comunicazione di tipo esclusivamente razionale nella gestione del patto con l’imprenditore. – Mario Zilio Grandi

“La percezione sempre più netta che nell’ambito dei nostri incarichi di TM e in generale di missioni a obiettivi, siano fondamentali quelle competenze soft che consentono di capire e conoscere l’ambiente di lavoro, le relazioni personali e il sistema di relazioni generali, con quei soggetti che hanno valenza fondamentale per il conseguimento degli obiettivi assegnati. Servono nuove competenze che vadano oltre le proprie competenze tecnico-professionali che diamo, alla luce del nostro percorso, come già acquisite e correttamente dimensionate per gli incarichi che decidiamo di accettare. L’assaggio ha rappresentato la presa di coscienza di questa necessità di sviluppare anche soft skills oltre alle nostre capacità professionali. Lo considero un punto di partenza per iniziare ad affrontare nuove esperienze con un taglio diverso e meno legato al puro aspetto tecnico professionale. È fondamentale capire se stessi per indirizzarsi meglio a incarichi più adatti alla propria personalità. Poi è necessario capire i soggetti con cui interagiamo e che sono stakeholders per il conseguimento degli obiettivi. L’utilità del lavoro svolto sta nell’organizzare le sedute con una parte teorica e una pratica e, fondamentale, lo scambio interattivo tra colleghi e docente nelle varie tematiche affrontate. L’importanza di saper ascoltare e far divenire l’ascolto un elemento attivo e cruciale per il buon esito delle missioni. Lo consiglio a chiunque sia tenuto a svolgere incarichi professionali presso aziende con una certa frequenza, perché in ogni contesto aziendale in cui siamo chiamati a calarci è fondamentale capire noi stessi e gli altri.” – Paolo Stocco

“In riferimento al corso “voice dialogue” tengo a dire che ho aderito con curiosità’ all’iniziativa e l’ho concluso con grande soddisfazione. In generale sono molto ispirato da ciò che con profondità “applicativa“ e pragmatica affronta il tema delle relazioni interpersonali perché ritengo che sempre più rappresenti la chiave di volta tra successo fallimento di chi opera in azienda per gestire persone o comunque per promuovere un cambiamento. Questa iniziativa mi è apparsa aderente a queste mie aspettative nell’“assaggio” che è stato da voi gentilmente offerto anticipatamente al suo inizio, oltre al fatto che mi incuriosiva anche affrontarlo con il team iscritto, parecchi dei quali già conoscevo e stimo anche personalmente oltre che professionalmente. Lo sviluppo del corso, sia per le tematiche trattate sia per la modalità fortemente interattiva con cui si è svolto, ha decisamente confermato e rinforzato ancor di più le mie aspettative. Credo infatti che la profondità di analisi sia importante su queste tematiche ma ancora di più la semplicità applicativa e il ricordare alcuni chiari concetti nella vita quotidiana, applicabili con semplicità e naturalezza. Nel caso specifico mi è piaciuto molto il fatto di sostituire il concetto di “difetti” di una persona con quello di “dosaggio di caratteristiche” che in piccole dosi ciascuno di noi può sforzarsi di farle diventare “quasi” positive. Questo perché penso che, in un mondo in cui le relazioni sono sempre più essenziali (spesso anche con gli antipatici!!), sia un tool pratico molto efficace per renderle meno faticose, e poi perché per quanto personalmente mi riguarda so di essere particolarmente difficile se… uno mi va’ di traverso e questo (un po’… ma non troppo!) sarei contento di correggerlo.” – Riccardo Damiani



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